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Edoardo Aruta è nato a Roma nel 1981, vive e lavora tra Roma e Venezia.

Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Università IUAV di Venezia, parallelamente agli studi ha lavorato come scenografo e scenotecnico in ambito teatrale e cinematografico. Dal 2003 sviluppa una pratica artistica che espone in vari ambiti a livello nazionale ed internazionale. Nel 2013 fonda a Venezia insieme a Marco Di Giuseppe e Rosario Sorbello il collettivo artistico Gli Impresari, è ideatore e co-curatore del progetto Cinema Galleggiante – Acque Sconosciute presentato nel 2020 da Microclima nella laguna di Venezia, dal 2021 è co-curatore dello spazio indipendente BARdaDino a Venezia.

La sua ricerca si concentra sullo studio dei linguaggi dell’arte e su come si determinino in base al rapporto tra individuo e contesto sociale che lo accoglie, strumentalizzando l’atto artistico per fare un’esperienza conoscitiva ed esplorativa dell’ambiente dato. Tale indagine ha portato nella sua pratica l’integrazione di linguaggi eterogenei, dagli approcci più classici della scultura all’installazione, la fotografia, il disegno e la creazione di spazi alternativi.

 

OPEN CALL e RESIDENZA

Edoardo Aruta è l’artista selezionato per la prima edizione di #VdMResidency – Open call per nuove proposte dell’arte contemporanea, residenza artistica sviluppata nell’ambito del progetto “Viale delle Metamorfosi – L’arte si fa strada”, progetto di Collettivo Zero APS, vincitore dell’Avviso “I Quartieri dell’Innovazione”, promosso dal Comune di Napoli nell’ambito PON METRO 2014-20

L’artista, che ha ricevuto un premio di 900 euro, è vincitore dell’open call con la proposta intitolata LA PENNA, LA SPADA giudicato il miglior progetto dalla commissione tecnica artistica formata da Collettivo Zero e da esperti di settore: Luca Borrello presidente di INWARD, Silvia Litardi curatrice e co-founder di NOS visual arts production e Costanza Meli curatrice e co-founder dell’associazione Isole e sarà in residenza sul territorio per due settimane, dal 14 al 27 marzo 2022.

 

LA PENNA, LA SPADA

Il progetto si avvia con la partecipazione collettiva per attivare dei processi che si avvalgono dell’utilizzo della poesia partenopea. “Lo scopo è di moltiplicare le poesie nei luoghi della convivialità a formare una rete di messaggi a scopo subliminale. Il progetto vuole ‘arrivare agli sguardi distratti’ come invito alla scoperta di memorie alternative, di sodalizi con la cultura tradizionale e per rilocalizzare nel quartiere le tracce della letteratura napoletana che fatica ad arrivare in periferia, è una proposta che guarda alla parola come corpo tra i corpi.”

Il lavoro di incontro, spesso informale, che l’artista sta svolgendo sul territorio con le varie associazioni presenti e attive, ha permesso di creare un fitto sistema di rapporti e una circolazione di idee e sinergie. Proprio in quest’ottica di condivisione, le diverse attività dell’intervento LA PENNA, LA SPADA si svolgono nel Centro Polifunzionale Ciro Colonna, gestito da Maestri di Strada Onlus e sede di alcune associazioni che operano a Napoli Est, diventato punto di riferimento per la comunità. 

Proprio nel Centro si è tenuto il primo incontro di esercizi di attivismo poetico, in collaborazione con A.C.Q.U.A. – Aree Cittadine riQualificabili con Umane Alleanze e Associazione Trerrote. I giovani appassionati di teatro e musica presenti all’incontro, si sono confrontati con estratti della poesia partenopea, dalla sua semplice lettura alla riscrittura fino alla sua rielaborazione musicale in chiave rap.

Partendo dall’idea di nutrimento fisico e mentale LA PENNA, LA SPADA inserisce frammenti della poesia napoletana nella quotidianità del Centro. Questi sono scelti insieme alle donne del progetto Cuci-NApoli Est e verranno incisi su utensili ad uso della cucina e della mensa. Le cuoche e i fruitori del luogo saranno così custodi e testimoni dell’opera di Aruta e gli oggetti realizzati entreranno a far parte del patrimonio della collettività, raccontato dalle nuove guide formate attraverso il progetto A.C.Q.U.A.

Durante la residenza, inoltre, l’artista incontra le sarte dell’Atelier ReMida Napoli, che ha sede accanto al Centro Ciro Colonna; anche in questo caso Aruta propone delle poesie ma lascia che siano le sarte a scegliere i titoli e i versi che saranno utilizzati per la realizzazione di oggetti sartoriali o serigrafici. 

Queste tracce e queste relazioni sono solo l’inizio di un percorso che Aruta intende portare avanti lasciando che siano esse stesse a dar forma all’opera, diventando ora oggetto ora parola e musica.