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Davide D’Elia è nato nel 1973 a Cava dei tirreni (SA). Vive e lavora a Roma. 

Lavora come visual designer negli anni ‘90 e dal 2007 comincia a sperimentare la sua poetica artistica, partecipando, ad oggi, a numerose mostre nazionali e internazionali.

La sua poetica si lega all’osservazione del tempo, ai compromessi che si possono apparentemente fare con l’inesorabilità del suo incedere, alla possibilità di ripercorrerlo o di congelarlo. D’Elia è inizialmente legato alla pittura informale; a partire della seconda metà degli anni Duemila, sperimenta l’interazione tra agenti atmosferici e manufatto realizzando opere composte di materiali degradati, fatte di ombre e tracce di micro organismi, come le muffe. Dal 2014 usa un materiale diametralmente opposto: la pittura antivegetativa, impiegata in nautica per evitare che muffe, funghi, batteri intacchino le parti immerse di imbarcazioni e oggetti galleggianti. L’artista interviene su oggetti della memoria quali quadri antichi, arazzi, e su ambienti coprendoli di “iris blu finto-naturale”. Tale materia, che ha sì un colore, è, prima di tutto, un’azione e la promessa del suo effetto: conservare l’esistente, bloccare l’entropia e la corruzione del tempo.

 

RESIDENZA

Davide D’Elia è uno deз artistз invitatз per #VdMResidency, residenza artistica sviluppata nell’ambito del progetto “Viale delle Metamorfosi – L’arte si fa strada”, progetto di Collettivo Zero APS, vincitore dell’Avviso “I Quartieri dell’Innovazione”, promosso dal Comune di Napoli nell’ambito PON METRO 2014-20, tenutasi dal 17 giugno al 1 luglio 2022.

L’artista ha pensato e realizzato il workshop TIEPIDO COOL, sviluppato in due tempi: Giorno 1 e Giorno 2.

D’Elia introduce nelle attività del festival una ricerca personale che ha portato avanti negli ultimi quindici anni e che gli ha permesso di sviluppare un progetto editoriale realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il volume, intitolato “Tiepido Cool” ed edito da Viaindustriae publishing, è la prima pubblicazione dell’artista e raccoglie il suo lavoro attraverso un racconto principalmente visivo. La costruzione del concept book si articola sulla base del criterio poetico introdotto dal titolo Tiepido Cool: la ricerca dell’artista si propone di dipanare la complessità di un percorso che da un lato salda le sue due anime, dall’altro si articola nel confronto spazio-temporale dei due luoghi che D’Elia non solo ha abitato, ma ha vissuto quali parti integranti la sua formazione: Roma e Londra. 

Percepiti dall’artista come antitetici, questi due luoghi, due capitali, due metropoli, diventano le due estremità di un discorso che confluisce al centro, mettendo in luce la dualità su cui si impernia il suo lavoro: se le opere più “calde” che investigano la natura organica della materia si sedimentano nell’ambiente “freddo” londinese, viceversa quelle percepite “fredde”, fino alla più recente serie Fresco, appartengono al “periodo romano”.

D’Elia – durante la sua permanenza sul territorio partenopeo – ha avviato un’indagine che gli ha permesso di approfondire le tematiche generative dell’opera, in ottica di partecipazione e coautorialità, attivando processi di collaborazione con i partner di progetto. Attraverso questi ultimi, infatti, è stato possibile organizzare due giornate di workshop, dal titolo “TIEPIDO COOL”, che ha visto coinvolti i giovani del Centro Polifunzionale Ciro Colonna, ospitati dalle associazioni che lo gestiscono.

Nel workshop l’artista ha deciso di partire presentando la sua ricerca e introducendo il test “Tiepido Cool” per poi sottoporlo ai partecipanti; ispirato a quello di Rorschach, il test di Davide D’Elia è composto da 20 tavole che presentano due immagini ciascuna, le dicotomie, formate da immagini astratte di oggetti oppure soggetti collegati fra loro, come una penna affiancata a una matita, o un gatto insieme a un cane. I partecipanti dovevano associare ad ogni immagine il concetto di caldo o di freddo, seguendo la propria esperienza e personale visione; il test infatti non prevede risposte corrette o errate, ma si basa esclusivamente sulle reazioni spontanee e istintive di ognuno. Le diverse risposte hanno permesso all’artista di creare un dialogo con i partecipanti e di dar vita a una mappa delle percezioni. 

L’attività si è svolta nella cavea del Centro Polifunzionale Ciro Colonna, che durante il “Giorno 1” è stata allestita per ospitare i 20 partecipanti a cui è stato somministrato il test. 

Il pavimento del teatro è stato diviso da un nastro in quadranti simmetrici, e su uno schermo sono state proiettate le immagini delle dicotomie. Per ogni slide mostrata, Davide D’Elia ha posto delle domande ai partecipanti per conoscere la loro percezione di caldo/freddo relativa a ogni immagine, invitandoli a posizionarsi in uno dei due quadranti. 

L’artista ha poi raccolto i risultati emersi dal test, che sono stati la base per la seconda parte del workshop, tenutasi il giorno successivo negli spazi antistanti del Centro Ciro Colonna. 

Per questa attività sono state predisposte delle tavole di legno di forme diverse: rettangolari o semicircolari, da combinare a “sentimento” e degli adesivi;  una volta scelte le dicotomie da utilizzare, sono state realizzate delle composizioni con le immagini scelte, tenendo sempre a mente il diagramma Tiepido/Cool e la tensione tra percezione del freddo e del caldo. Sulle tavole sono state applicate le immagini adesive proposte dall’artista sotto forma di stencil e poi passata la vernice antivegetativa di colore iris blu, altro elemento ricorrente nei lavori di D’Elia. L’obiettivo dei partecipanti era quello di stendere il colore lungo tutta la superficie della tavola utilizzando gli stencil per ricreare le stesse immagini mostrate nel test oppure di rimuovere l’adesivo rivelando la sagoma in negativo dell’immagine scelta precedentemente. 

A conclusione delle giornate di workshop le tavole sono rimaste al Centro Ciro Colonna dove sono state esposte in occasione della prima edizione del Festival, andandosi ad aggiungere alle opere create da Edoardo Aruta nella precedente fase di VdM Residency a Ponticelli.